Dal primo gennaio molte abitudini avranno un prezzo diverso: pacchi che costano un po’ di più, affitti brevi con regole a scatti, operazioni di Borsa meno leggere. Non è solo una questione di aliquote: è il modo in cui spenderemo, investiremo e viaggeremo a cambiare ritmo.
La Legge di Bilancio 2026 è in dirittura d’arrivo e porta con sé nuovi prelievi. I testi definitivi, secondo le tempistiche comunicate, sono attesi a fine dicembre: alcune misure sono chiare, altre dipendono da decreti attuativi e decisioni locali. Qui c’è ciò che sappiamo, con i numeri disponibili e il loro peso nella vita di tutti i giorni.
Partiamo dagli acquisti online. Arriva la tassa sui pacchi extra UE: dal 1° gennaio ogni spedizione proveniente da Paesi fuori dall’Unione, con valore sotto i 150 euro, pagherà un tributo fisso di 2 euro. La Ragioneria Generale dello Stato stima circa 327 milioni di spedizioni l’anno interessate. Il Governo dice di voler difendere le imprese europee dalla concorrenza sleale e frenare gli acquisti impulsivi a basso costo. Il punto sensibile? Non è ancora certo se l’onere lo assorbiranno le piattaforme o se finirà nel prezzo finale. Esempio concreto: dieci piccoli ordini nell’arco di un mese possono aggiungere fino a 20 euro di spese “invisibili”. Per chi compra spesso dal mercato asiatico o americano, il vantaggio di prezzo potrebbe assottigliarsi.
Per le locazioni turistiche sotto i 30 giorni, la cedolare secca resta al 21% sul primo immobile. Dal secondo immobile scatta il 26%. Dal terzo, scatta la presunzione di attività d’impresa: partita IVA, addio cedolare, tassazione Irpef ordinaria e adempimenti contabili e previdenziali. L’obiettivo è doppio: far emergere il sommerso e disincentivare portafogli immobiliari rivolti solo al turismo, liberando case per affitti lunghi. Immaginate un proprietario con tre bilocali in centro: dovrà ripensare prezzi, piattaforme e calendario fiscale. Alcuni dettagli applicativi potrebbero richiedere chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate: chi gestisce spazi condivisi? Come si trattano periodi misti? In assenza di circolari, conviene prudenza.
La Tobin Tax raddoppia: dallo 0,02% allo 0,04% sulle transazioni azionarie italiane soggette all’imposta. A volumi elevati il gettito atteso è di circa 337,3 milioni già dal primo anno. Tradotto: un ordine da 10.000 euro passa da 2 a 4 euro di imposta, cifra piccola, ma che incide sul trading ad alta frequenza. Per le banche si riduce la deducibilità delle perdite pregresse (dal 43% al 35% nel 2026, dal 54% al 42% nel 2027): un fattore che potrebbe riflettersi su commissioni e spread ai clienti. Inoltre, aumento Irap del 2% con una franchigia di 90.000 euro sulla maggiore imposta per i soli periodi d’imposta 2027-2028: un cuscinetto temporaneo per basi imponibili medio-piccole.
C’è poi il turismo. Alcuni Comuni potranno spingere l’imposta di soggiorno fino a 15 euro a notte. Non è un obbligo nazionale: dipende dalle delibere locali e dalle categorie di struttura. Qui l’informazione è in evoluzione, e va verificata città per città.
Nel complesso la Manovra muove circa 18,5 miliardi tra tagli e nuove entrate. Ma il cuore non è nei totali: è nelle scelte che ci chiederà. Un carrello online con meno “micro-desideri”, un host che torna al lungo periodo, un investitore che riduce i clic. Siamo pronti a pagare un po’ di più per cambiare abitudini? Forse il 2026 inizia proprio da qui: una soglia di 2 euro, un’aliquota che raddoppia, una chiave che torna a una casa abitata tutto l’anno.
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